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Diverticolosi

Argomenti > Medicina Generale

 
La
diverticolosi del colon è una patologia comune che si pensa possa interessare quasi la metà della popolazione al di sotto dei 60 anni; tale percentuale cresce con l'età. È caratterizzata dalla presenza di estroflessioni (a forma di sacco, i diverticoli) nel colon (nel sigma con estensione al discendente e al trasverso, il retto in genere non è mai interessato). Esistono tre condizioni della malattia diverticolare:
· diverticolosi (semplice presenza dei diverticoli)
· diverticolite (infiammazione o complicazioni dei diverticoli)
· stato prediverticolare (stato di transizione fra la malattia del colon irritabile e la diverticolosi)

Quali sono le cause?
Le cause possono essere diverse:
· dieta per lungo tempo povera di fibre (causa un aumento di pressione nel colon)
· abitudine a ritardare l'evacuazione
· piccolo diametro del sigma
Attualmente si punta l'attenzione soprattutto sulla prima causa.

Quali sono i sintomi?
I sintomi della malattia diverticolare sono dolori addominali, diarrea, spasmi. Nel caso di diverticolite può comparire la febbre. Le complicazioni sono rappresentate da fistole, perforazione con eventuale peritonite, occlusione intestinale, emorragia.

Come si cura?
Le cure per la diverticolosi e la malattia diverticolare riguardano lo stile di vita (dieta). Attualmente si privilegia l'idea che una dieta ricca di fibre possa ridurre la pressione del colon, proposta diametralmente opposta a quella degli anni '60 che consigliava una dieta povera di fibre. Alcuni sostengono l'utilità di antispatici e di sostanze idrofile come lo psillio per aumentare la massa fecale e prevenire gli episodi acuti.

Negli episodi acuti di diverticolite si usano
antispastici (non antidolorifici che potrebbero "nascondere" una peritonite) e antibiotici. Da notare che durante gli episodi acuti l'apporto di fibre va ridotto e questa indicazione può creare ulteriore confusione nel malato.
La
terapia chirurgica è indicata per quei pazienti con attacchi ripetuti e/o con risposta nulla alla terapia medica.
 

clisma opaco doppio contrasto: diverticoli

La dieta per la diverticolosi

ALIMENTI PERMESSI ALIMENTI SCONSIGLIATI
- pane e grissini, pane integrale,
pane di segale
- pasta e riso con olio crudo,
eventualmente con pomodoro
fresco passato, fiocchi di avena,
tapioca
- latte
- formaggi freschi non fermentati
e magri (mozzarella, scamorza,
stracchino, crescenza, fontina,
fior di latte, ricotta di vacca)
- uova non fritte
- carne di vitello, pollo, tacchino,
agnello , fegato di vitello
- prosciutto cotto e crudo,
bresaola
- pesce lessato o ai ferri
- verdura: patate bollite -
barbabietole - zucchine - avocado
talora e' ben sopportata l'insalata
bianca
- frutta: mele - pere - banane -
albicocche - pesche - mirtilli -
fragole - lamponi - succhi di frutta
- dolci, cioccolato, creme
- olio, burro, margarina
- caffe' e te'
- uova fritte
- formaggi fermentati e piccanti
(pecorino, gorgonzola, brie,
camembert, formaggio blu, all'aglio,
con le noci, con il pepe)
- carni grasse, carni fritte
- ceci, lenticchie, fagioli, piselli,
cipolle, patate fritte
- agrumi, frutta secca
- alcoolici
- cibi fritti e sostanze irritanti

In genere è consigliabile abbinare la scelta degli alimenti a un regime che controlli il sovrappeso. Infatti si sarà naturalmente condotti a scegliere cibi corretti (ricchi di fibre) per poter rispettare il vincolo delle calorie giornaliere. Inoltre si deve evitare una vita sedentaria che appesantisce inutilmente la funzione intestinale. Sulla dieta si trovano indicazioni spesso contraddittorie, dovute sostanzialmente a due fattori:
· la vecchia teoria bocciava l'uso di fibre nella dieta, mentre oggi si è ribaltata la situazione
· durante le fase acuta è opportuno evitare l'impiego di cibi ad alto contenuto di fibre

Nella
malattia diverticolare non complicata (al di fuori dell'attacco acuto che richiede a volte la sospensione dell'alimentazione orale) in linea generale viene consigliata una dieta ad alto residuo, ricca di scorie (verdura e frutta, crusca) allo scopo di aumentare la massa fecale ed ottenere almeno una o meglio due scariche alvine al giorno di feci molli.

In questo modo viene ridotta la pressione endoluminale che provoca dolore e nel tempo produce ulteriori erniazioni della mucosa.
Nella maggior parte dei casi e' necessario aggiungere un supplemento di piu' efficace di quella raffinata, e quella cruda lo e' piu' di quella cotta.
La crusca cruda puo' essere mescolata ai vari alimenti; per evitare il senso di gonfiore addominale ed i dolori che compaiono nei primi giorni di trattamento, e' opportuno aumentare progressivamente la dose, iniziando con 5 grammi al giorno ed aggiungendo 5 grammi ogni settimana fino a raggiungere la dose quotidiana consigliata.
La crusca cotta viene venduta sotto varie preparazioni come pasta integrale, grissini e crackers integrali, pane integrale, biscotti integrali (molto piu' costose della crusca grezza).

La crusca si lega ad alcuni principi alimentari e vitaminici, impedendone l'assorbimento; questo e' irrilevante nei soggetti che hanno una alimentazione completa e variata.
Puo' presentarsi un deficit di assorbimento di calcio solo nei soggetti che conducono una dieta povera di latte e latticini (va controllato in questi casi ed eventualmente integrato l'apporto di calcio).
Si possono usare in alternativa alla crusca i lassativi di massa come la emicellulosa o l'estratto di psillio.


versione aggiornata al 12-06-16 | studiomedico@alessandrofeo.it

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